BURNOUT: L'EPIDEMIA SILENZIOSA
Quando chi cura i bambini non riesce più a curarsi
(e anche gli amministrativi non ne sono esenti...ma non possono dirlo!!!)
LA VIGNETTA

COS'È IL BURNOUT?
La sindrome da esaurimento professionale
Il burnout, o sindrome da esaurimento professionale, è una condizione caratterizzata da un profondo esaurimento emotivo, fisico e mentale, spesso causato da uno stress prolungato e intenso sul lavoro.
I sintomi del burnout possono variare da dipendente a dipendente, ma in generale includono:
- Esaurimento emotivo: Sentirsi costantemente stanchi e svuotati di energie.
- Cinismo e distacco: Sentirsi cinici nei confronti del lavoro e distaccati dai colleghi.
- Riduzione dell'efficienza: Avere difficoltà a concentrarsi e a portare a termine i compiti.
- Problemi fisici: Mal di testa, disturbi del sonno, dolori muscolari.
- Cambiamenti comportamentali: Irritabilità, isolamento sociale, abuso di sostanze.
"Il burnout è quando la fiamma dell'entusiasmo si spegne, ma ti chiedono comunque di continuare a illuminare la stanza."
Cause del burnout nell'OPBG
Le cause del burnout sono molteplici e possono includere:
- Carico di lavoro eccessivo: Troppe responsabilità e scadenze troppo strette.
- Scarsa autonomia: Mancanza di controllo sul proprio lavoro.
- Mancanza di riconoscimento: Sentirsi poco valorizzati e apprezzati.
- Conflitti interpersonali: Problemi con i colleghi o i superiori.
- Valori personali non allineati con quelli dell'organizzazione: Sentirsi in disaccordo con la missione e i valori dell'azienda.
Nel contesto dell'Ospedale Bambino Gesù, il burnout è amplificato da:
- Contratto scaduto da 7 anni e conseguente svalutazione economica
- Carenza cronica di personale
- Turni lunghi e spesso irregolari
- Mancanza di ascolto da parte dell'amministrazione
- Carico emotivo del lavoro con bambini in condizioni critiche
COME (NON) VIENE GESTITO IL BURNOUT IN OBG
La gestione attuale: il modello OBG
L'arte dell'ignorare
Se un dipendente prova a segnalare sintomi di burnout, la prima risposta è ignorarlo completamente. Non c'è problema che non scompaia se lo ignori abbastanza a lungo (insieme al dipendente).
La minimizzazione creativa
"È solo un po' di stanchezza", "Gli altri lavorano anche di più", "Hai provato a fare yoga?". L'arte di trasformare un problema strutturale in un capriccio personale.
Il suggerimento impossibile
Suggerire soluzioni impossibili da implementare: "Prenditi una pausa" (ma non ci sono sostituti), "Riduci lo stress" (ma aumentiamo i carichi di lavoro).
L'attribuzione della colpa
Trasformare chi soffre di burnout in un "disfattista" o in qualcuno che "non regge la pressione". Chi segnala problemi diventa parte del problema.
Cosa dovrebbe fare davvero l'amministrazione
Per prevenire e gestire il burnout si richiede alla dirigenza dell'OBG di avere un approccio multifattoriale che coinvolga sia l'individuo che l'organizzazione.
- Riconoscere il problema come strutturale, non individuale
- Adeguare gli organici alle reali necessità assistenziali
- Implementare un vero programma di supporto psicologico
- Rinnovare il contratto per migliorare le condizioni economiche
- Favorire l'equilibrio tra vita lavorativa e privata
- Ascoltare attivamente le segnalazioni dei dipendenti
- Offrire formazione specifica sulla gestione dello stress
LE RACCOMANDAZIONI DELLA CISL FP
La CISL FP del Bambino Gesù consiglia ai propri iscritti strategie utili per affrontare questo grave problema:
- Stabilire dei limiti: Imparare a dire di no e a delegare alcune responsabilità.
- Prendersi delle pause: Fare delle pause regolari durante la giornata lavorativa e concedersi delle vacanze.
- Coltivare le relazioni sociali: Trascorrere del tempo con colleghi, amici e familiari.
- Cercare supporto: Segnalare i problemi al servizio della "Medicina del lavoro", per poter avere se necessario un supporto da uno psicoterapeuta.
- Migliorare le condizioni di lavoro: Se possibile, chiedere di modificare le proprie condizioni di lavoro per renderle più sostenibili, oppure segnalarle al proprio rappresentante CISL FP.
Chiediamo alla dirigenza di migliorare nei rapporti umani, ad esempio se una/o dipendente prova a chiedere spiegazioni o a contestare su delle modifiche organizzative o di mansioni sul proprio lavoro, viene considerato una/un disfattista.
Mai che si pensi che il lavoratore vuole evitare che si lavori in modo sbagliato o voglia evitare problemi di assistenza ai piccoli pazienti.
Se si continua con questa modalità, oltre ad avere dipendenti con il burnout, inevitabilmente finirà il contributo dei dipendenti per migliorare l'efficienza e la qualità del lavoro nel nostro Ospedale.
TESTIMONIANZE
"Dopo dieci anni di servizio, mi sono ritrovata a piangere nel bagno durante il turno. Non riuscivo più a provare empatia, mi sentivo completamente prosciugata. Quando ho chiesto aiuto, mi hanno risposto che 'tutti sono stanchi' e che dovevo 'trovare un modo per gestirlo'."
"Ho segnalato il mio stato di burnout alla Medicina del Lavoro. La loro risposta? 'Gestisciti meglio il tempo'. Come se il problema fosse la mia incapacità di organizzarmi e non i turni di 12 ore consecutivi con personale ridotto della metà."
"Il paradosso più grande? Lavoriamo in un ospedale, ma nessuno si preoccupa della nostra salute mentale. Quando ho segnalato sintomi di burnout, mi hanno guardato come se fossi un alieno. 'Ma sei un professionista sanitario, dovresti sapere come gestire lo stress', mi hanno detto."
"Mi sono trasformato in una macchina: sviluppo sistemi, gestisco applicativi, elaboro modelli, rispondo a infinite telefonate mentre partecipo a call superflue e non significative, con scadenze che si accavallano ogni giorno, su attività impreviste. Quando ho chiesto la corretta ripartizione degli incarichi rispetto la struttura organizzativa ed in considerazione di carichi di lavoro iniqui, il mio responsabile ha risposto con un foglio Excel: 'Ecco, ti ho fatto una tabella per organizzarti meglio'. Come se il problema fosse la pianificazione e non il fatto che i nuovi colleghi non prendono in carico le attività previste e mentre altri continuano a prendere emolumenti e avanzamenti di carriera svolgendo attività irrisorie."